IL MESTIERE DI SCRIVERE

Involontariamente, quando si scrive un racconto, ci si preoccupa anzitutto della sua mole; nella massa dei protagonisti e semiprotagonisti si prende un solo personaggio – moglie o marito -, lo si colloca sullo sfondo e si mette in risalto quello solo; gli altri invece si sparpagliano su questo sfondo, come monetine spicciole, e ciò forma qualcosa che assomiglia alla volta celeste: una grossa luna attorniata da una moltitudine di stelle piccolissime. La luna però non viene bene, perché la si può capire solo se si capiscono le altre stelle.

Anton Checov

 

LA LETTERATURA

E la letteratura è una bella cosa, Varin’ka, una gran bella cosa. è una cosa profonda! Una cosa che fortifica il cuore della gente, che ammaestra (…) La letteratura è un quadro, cioè in un certo qual modo è quadro e specchio; passioni, espressioni, critica sottile, ammaestramento edificante, documento

Fedor Dostoevskij – Povera Gente

IO SCRITTORE

Per nascere aquila bisogna abituarsi alle altitudini, per nascere scrittore bisogna imparare ad amare la rinuncia, le sofferenze, le umiliazioni. Soprattutto bisogna imparare a vivere appartato. Come la talpa, lo scrittore si aggrappa al suo limbo, mentre sopra di lui la vita in rigoglio continua, persistente, tumultuosa.

Henry Miller – Nexus.

Uno scrittore.

«Il mio piacere di scrittore, l’unico, io lo trovo in quel qualcosa che mi spinge a scrivere. Spesso si parla della disciplina dello scrittore, della necessità che avrebbe di essere duro con se stesso. Il problema secondo me non sta lì. Io non ho bisogno di disciplina, scrivo senza nessun obbligo. Se dovessi forzarmi, non scriverei. Quando si sente che non c’è più nulla da dire, è meglio tacere».

Paul Auster

FANTASMI

Viene ad Atene il filosofo Atenodoro, legge il cartello, sente il prezzo e capisce, dalla sua straordinaria convenienza, che c’è sotto qualcosa. E nonostante, anzi proprio per questo, prende la casa in affitto. Al cader della notte dei colpi, un rumore di catene smosse. Il filosofo non alza gli occhi, non smette di scrivere, anzi, si concentra di più sul suo lavoro. Ma il fantasma insiste a fargli strepito e varcata la soglia, volta dall’altra parte del cortile, dove improvvisamente svanisce. Atenodoro, rimasto solo, fa un mucchietto d’erbe e foglie per ricordarsi esattamente il posto. Dopodiché, ai miseri resti viene data degna sepoltura. Da allora, in quella casa non ci si sentì più.

 

Plinio il giovane.

FACTOTUM

“Vivendo finiamo tutti per cadere in qualche trappola che ci fa a pezzi. Scrivere può essere una di queste trappole, certi scrittori tendono a scrivere le cose che hanno soddisfatto i propri lettori in passato, gli arrivano dei riconoscimenti, se li bevono come niente. C’è solo un giudice finale per la scrittura e quel giudice è lo scrittore, quando è influenzato dai critici, dai curatori, dagli editori, dai lettori, allora è finito. E naturalmente quando è influenzato dalla sua fama e dalla sua fortuna lascia che tutto se ne vada galleggiando giù per il fiume in mezzo agli stronzi.”

I LOVE RADIO ROCK

Cari ascoltatori, vi dico solo questo: che Dio vi benedica! Quanto a voi bastardi al potere, non sperate che sia finita! Anni che vanno, anni che vengono e i politici non faranno mai un cazzo per rendere il mondo un posto migliore! Ma ovunque nel mondo, ragazzi e ragazze avranno sempre i loro sogni e tradurranno quei sogni in canzoni…
Non muore niente di importante questa notte! Solo quattro brutti ceffi su una nave di merda! L’unico dispiacere stanotte è che negli anni futuri ci saranno tante fantastiche canzoni, che non sarà nostro privilegio trasmettere ma, credete a me, saranno comunque scritte e saranno comunque cantate! E saranno comunque la meraviglia del mondo!

Monologo finale tratto dal film: I love Radio Rock.

Uno scrittore.

Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.

Il gioco dell’angelo – Carlos Ruiz Zafón